Non è semplice come sembra.
Relatrice Dott.ssa Valeria Valentino, Specialista Ginecologia ed Ostetricia Fisiopatologia della Riproduzione
Abbiamo per secoli avuto l’illusione che la gravidanza fosse un evento semplice: basta che lo spermatozoo incontri l’ovocita ed è tutto fatto.
La realtà non è esattamente così: sono necessari migliaia di step, determinati da una cascata di eventi ormonali, affinché lo spermatozoo migliore possa incontrare l’ovocita maturo, avvenga la fecondazione dello stesso e infine l’embrione migrerà nell’utero dove poi si potrà impiantare, anche qui il condizionale.
Questo spiega quanti eventi devono avvenire prima di avere un test di gravidanza positivo.
Proprio per questo il concepimento e i problemi ad esso correlati sono vissuti come importanti ormai da quando esiste l’essere umano.
Già al tempo degli egizi esisteva il Dio Nefti che tutelava la fertilità. Pensiamo poi alla Bibbia, dove troviamo il personaggio di Sarah, che desiderava ardentemente un figlio ma riuscì ad averlo solo in età avanzata.
Ormai sappiamo che le donne, con il passare dei secoli, hanno sempre cercato una soluzione ai problemi del concepimento, si sono sottoposte ad ogni genere di intruglio o soluzione.
L’unica differenza coi tempi moderni è che oggi le difficoltà del concepimento sono prettamente biologiche determinate da un grande fattore IL TEMPO, nello specifico inteso come l’ETÀ.
Quello che più spaventa oggi è il momento in cui la donna si reca nei centri di procreazione medicalmente assistita, ormai l’età media per recarsi in un centro di PMA è 36-38 anni in Italia, ma accedono anche tantissime donne, circa il 25% over 40 anni, dando per scontato che riuscire ad ottenere una gravidanza sia semplice, e non si rendono conto che comunque l’età biologica ha il suo peso.
Purtroppo, socialmente si pensa che un figlio si riesca ad ottenere sempre in qualsiasi momento, questo è colpa della disinformazione, ma anche di noi medici che non sottolineiamo l’importanza di cercare una gravidanza al momento giusto. In realtà, anche noi professionisti spesso facciamo perdere tempo alle pazienti con estenuanti monitoraggi ormonali, temperature basali ed altri esami inutili, perdendo tempo: molte donne dovrebbero essere mandate subito in un centro di procreazione.
Cosa possiamo fare?
La prima domanda che dobbiamo porci davanti ad una donna che cerca una gravidanza è: che cosa possiamo fare per lei?
Non tutte le coppie che hanno problemi di infertilità devono cercare le cause nell’età, ma possono avere altre patologie meno conosciute che impediscono il naturale processo di fecondazione. Ad esempio, molte donne hanno problemi legati all’endometriosi, oppure nella coppia la causa è maschile.
Dobbiamo ricordare che l’infertilità ha sempre una causa, e che siamo noi che non la conosciamo. Ci sono i dismetabolismi: obesità, diabete; ci sono motivazioni endocrine, come l’inquinamento. Vi sono alcune aree geografiche il cui inquinamento e molti eventi che accadono influiscono profondamente sulla salute delle persone.
Nell’anamnesi che effettuiamo, e che affrontiamo per comprendere le motivazioni dell’infertilità di coppia, è doveroso includere l’età maschile, aspetto spesso ignorato.
È frequente che le donne ci chiedono durante l’anamnesi “Dott.ssa: ma esiste una dieta della fertilità?”
Dieta: uno stile di vita sano.
Nei centri di procreazione assistita vi sono diverse figure: la ginecologa, ovviamente, lo psicologo, l’endocrinologo, ma non sempre esiste la figura del nutrizionista, che in realtà è fondamentale. Noi medici, spesso siamo oberati da tutta una parte di lavoro sommerso che ci impedisce di prendere il tempo necessario per sederci con le nostre coppie e consigliare a loro quello che dovrebbe essere il corretto stile di vita. Cosa dovrebbero mangiare, che attività fisica effettuare, quale è realmente lo stile di vita migliore per ottenere determinati risultati (e qui stiamo parlando di risultati medici). Vorremo, ad esempio, avere più tempo per convincere tutti, ma proprio tutti a smettere di fumare. C’è un paradosso, le tecniche scientifiche della procreazione medicalmente assistita, sono molto efficaci e aiutano realmente al raggiungimento dell’obiettivo, ossia della gravidanza, prevedono un investimento scientifico notevole, ma il percorso non prevede una dieta (dal lat. diaeta, gr. díaita "modo di vivere"), consigli quotidiani che comunque potrebbero rendere la ricerca di una gravidanza più semplice.
La letteratura scientifica riguardante l’alimentazione e il cancro, ad esempio, è molto ricca, dettagliata: alimenti consigliati, stile di vita corretti, con analisi specifiche di come determinati alimenti vadano ad esempio ad impattare anche sul nostro sistema cardio vascolare, sul sistema osseo, su come prevenire il cancro.
Ma non vi è ancora abbastanza attenzione su come la corretta alimentazione sia in grado di influenzare il buon funzionamento dell’apparato riproduttivo.
Anche di fronte ad una donna che ha un forte problema endometriale interveniamo in modo chirurgico, non sempre pensiamo ad una cura integrata per migliorare la vascolarizzazione di quella donna, migliorare la vascolarizzazione dell’endometrio e del suo apparato genitale, e quindi migliorare i gameti che dovremmo poi trattare, in un percorso di procreazione assistita.
Come mai io che mi occupo di fertilità penso alla dieta?
Non riuscire a dare una gravidanza ad una coppia che me lo richiede non è piacevole. Purtroppo, sono maggiori i risultati negativi di quelli positivi. Allora mi sono domandata: che cosa posso fare?
Avocado e Deavocado: gli studi
Nel 2017 ad un Congresso sulla medicina della riproduzione, si parlò per la prima volta di un cambiamento che partiva dalla persona attraverso una integrazione e supplementazione adeguata. Il dibattito su questo ci permette di intervenire su tutte quelle cause legate all’inquinamento, al dismetabolismo, o a quelle motivazioni a cui non siamo ancora in grado di dare una risposta (non legate quindi ad una specifica patologia), prima di condurre le coppie in un centro di procreazione assistita. Possiamo cercare di dare una risposta a quei casi che hanno un’ottima riserva ovarica, un ottimo livello ormonale però in realtà quando andiamo a prelevare gli ovociti questi non sono adeguati, presentano anomalie della zona pellucida e non riusciamo a fecondarli e la donna perde la sua possibilità.
Di fronte a queste situazioni ho iniziato a comportarmi come fanno generalmente le donne: ho cercato online su pubmed.
Come risposta ho trovato che la dieta in stile mediterraneo (attenzione: stile mediterraneo) è quella maggiormente consigliata, e fra tutti gli alimenti consigliati appare una costante: la Persea Americana, cioè l’avocado.
Ci sono diversi studi e hanno visto come la Persea Americana, integrata in una corretta dieta e in uno stile di vita sano, effettivamente migliorava lo stato infiammatorio delle persone che accedevano allo studio.
Alle donne a cui venivano somministrati due avocadi al giorno avevano un tasso di gravidanza superiore.
Già al tempo dei Maya l’avocado era considerato il frutto della fertilità. Non solo per la sua somiglianza all’utero, e allora perché?
I grassi monoinsaturi sono formati da un’unica catena e sono i fondamentali modulatori della fertilità umana, perché da essi si forma il colesterolo e parte da qui la sintesi steroidea. Gli acidi grassi sono quindi fondamentali, ed è obbligatorio integrarli adeguatamente quando questi non sono presenti nell’alimentazione. Un potenziale effetto dei MUFA contenuto nell’avocado, ma anche in altri alimenti in stile mediterraneo (come noci o l’olio extra vergine di oliva), è regolamentare in maniera fisiologica l’attività ovulatoria femminile, ma soprattutto attivano una adeguata steroidogenesi, riducendo inoltre lo stato infiammatorio.
Lo studio
Con lo studio Nurses’ Health Study iniziato nel 1976, sono state reclutate 126mila infermiere dai 35 ai 50 anni ed è stato somministrato loro un questionario, per valutare lo stile di vita e il tipo di alimentazione che seguivano.
Nell’86 il prof. Chavarro estrapolò un gruppo di donne, tra i 30 e i 40 anni interessate ad ottenere una gravidanza, e propose loro una dieta a base di acido folico, vitamina D, per sostenere la fase luteale, e ricca di grassi monoinsaturi per migliorare la fertilità di queste donne. La base dalla quale partì fu proprio lo studio del 1976.
Si pose una domanda: “esiste quindi qualcosa che può migliorare lo stato di fertilità delle donne?”
I numeri ottenuti con questa dieta, in cui vi era l’assunzione di 1/2 avocado al giorno migliorava lo spessore endometriale, migliorava lo stato ossidativo. Andando proprio a migliorare la statistica riguardante il tasso di gravidanza.
Tutto ciò si spiegava analizzando il frutto nella sua composizione in oligoelementi. L’avocado infatti contiene un altissimo livello di folati, un altissimo livello di potassio, ricordiamo che dal punto di vista cardio vascolare è consigliata l’assunzione di potassio intorno ai 200/300 mg al giorno, per evitare i problemi come ipertensione gestazionale, e contiene anche un alto contenuto di fibre alimentari che migliorano i valori di pectina insulina.
Deavocado: perché assumerlo in fase di ricerca gravidanza
Voglio parlarvi di Deavocado, un prodotto completamente italiano. Questo prodotto è stato ideato in Giappone, ma in realtà il brevetto è stato ottenuto in Italia, da un’azienda tutta italiana e femminile. Attraverso degli studi si è evidenziato che la polpa di avocado fermentato ha un più alto livello di aminoacidi liberi, ma soprattutto si traduce in un potenziamento degli effetti antiossidanti, cinque volte più potente rispetto all’assunzione del frutto crudo.
L’avocado fermentato proviene dalle piantagioni di avocado siciliane di Sicilia Avocado. Gli oligoelementi contenuti in questo frutto sono differenti dalla Persea Americana coltivata nelle piantagioni dell’America Latina, essendo proprio una terra differente. Dato che è un prodotto recente, messo in commercio alla fine del 2019, poi c’è stata la pandemia, è stato difficile avere delle conversazioni dirette con le pazienti, però abbiamo cercato un sistema online per raccogliere informazioni.
Abbiamo quindi formulato un questionario per comprendere il loro lo stato di salute. Abbiamo cercato le risposte soprattutto per le donne che hanno assunto Deavocado Conceive, la formulazione in polvere. Circa l’87% delle donne intervistate erano alla ricerca di una gravidanza, pochissime donne avevano la prescrizione del medico, ma hanno mostrato un interesse nel comprare un prodotto, tramite quindi la ricerca online, oppure il passaparola. Solo l’1% di loro ha ricevuto tale suggerimento dal farmacista.
Il 77% delle donne si sentivano meglio, ma soprattutto non avvertivano lo stato di stanchezza decisamente migliorato.
Il 74% delle donne intervistato hanno registrato anche un netto miglioramento in merito al flusso mestruale, probabilmente per la riduzione dei crampi, perché migliora la fase luteale, quindi proprio il ciclo diventa regolare e meno doloroso.
Ben il 30% di queste donne ha dichiarato di aver ottenuto un test di gravidanza positivo. Si tratta di una popolazione eterogena, quindi non abbiamo informazioni in merito ad una loro, ad esempio, partecipazione ad un programma di fecondazione assistita. Ma il dato certo che tra le donne in una età compresa tra i 35 e i 38 anni, il concepimento spontaneo si aggira attorno al 15%, possiamo dire che si tratta di un buon risultato.
Ormai è riconosciuto che, come mangiamo e come viviamo, influisce sul nostro organismo, e dobbiamo mettere al centro della nostra attenzione come questo sia fondamentale anche nei nostri colloqui con i pazienti.
Una dieta ricca di Omega 3 e Omega 9 migliora i parametri delle donne in cerca di gravidanza, e un frutto come l’avocado contiene principi fondamentali per il benessere della donna.
Il prodotto Deavocado, grazie alla fermentazione della polpa di avocado, il FAP, risulta in tutti gli studi di farmacologia effettuati, che si ottiene un più alto livello di aminoacidi liberi e si traduce in un potenziamento di effetto antiossidante, cinque volte più forte rispetto al frutto dell’avocado crudo.
Deavocado, veramente Good for women.